Magic Sailor Moon

Storia del Giappone

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~Miki•
view post Posted on 21/12/2011, 22:14




Questo è un argomento che può risultare noioso, ma può rivelarsi interessante se letto a gradi! Ho suddiviso tutta la storia partendo dal principio, buona lettura!
Preistoria:
Nel periodo da circa il 10.000 a.C. fino al 300 a.C. si sviluppa la cultura Jōmon, che prende i nomi dalle tipiche decorazioni del vasellame dell'epoca. È una società che si basa principalmente sulla raccolta, caccia e pesca, ma pone le basi per lo sviluppo agricolo che avverrà nel periodo successivo.

Il periodo Yayoi:
Il periodo Yayoi (弥生時代 Yayoi-jidai?) è un’era nella storia del Giappone che va dal 300 a.C. al 250 d.C. Il suo nome deriva dal distretto di Tokyo dove furono per la prima volta ritrovati resti archeologici di quell’era. A seconda della fonte che si prende in considerazione il periodo Yayoi viene fatto cominciare con l’inizio della coltivazione del riso nelle risaie oppure con nuovi tipi di terraglie. Seguendo in ordine cronologico il periodo Jōmon, la cultura Yayoi fiorì prevalentemente nella zona meridionale di Kyūshū e nella zona dell'Honshū settentrionale.
Recenti scoperte tuttavia fanno pensare che il periodo Yayoi sia iniziato verso il 900 a.C.

Il periodo Kofun:
Il periodo Kofun, conosciuto anche come "Cultura delle Tombe", fiorì in seguito al periodo Yayoi, a partire dal primo-secondo secolo d.C., e si estese fino all'inizio del periodo Nara, durante il quale le testimonianze si fanno più ricche e attendibili.
In questa fase storica il paese, diviso in diverse comunità tribali (uji) vide il crescere della potenza del clan di Yamato, che gradualmente affermò la propria supremazia sulle isole di Honshu, Kyūshū e Shikoku.
Opere storiche giapponesi come il Kojiki e il Nihonshoki e documenti cinesi come il Wei chih ci aiutano nel dare un quadro più definito del periodo, anche se le informazioni in nostro possesso non sono complete.
Lentamente, lo stato di Yamato costituì un governo centralizzato sul modello dell'impero cinese T'ang: questo avvenne soprattutto nel periodo di supremazia del principe Shotoku e del regno dell'imperatore Tenchi.
Tenji, nel 645, diede il vita alle Riforme del Taika ("Grande Mutamento"), che diedero al paese un governo unificato con leggi simili ai modelli cinesi.

Il periodo Nara (710 - 784):
L'influenza politica del clan Fujiwara cominciò durante il periodo Asuka. Nakatomi no Kamatari, appartenente al clan Nakatomi, condusse un colpo di stato contro il clan Soga nel 645 e diede inizio insieme all'Imperatore Kōtoku ad una serie di riforme di governo note come "editti di riforma di Taika". Nel 668 l'Imperatore Tenji, salito al trono in quell'anno, concesse a Kamatari il kabane Fujiwara no Ason; il nuovo cognome fu ereditato dall'erede di Kamatari, il suo secondo figlio Fujiwara no Fuhito (659–720), influente presso la corte di diversi imperatori e imperatrici all'inizio del periodo Nara. La figlia di questi, Miyako, divenne una concubina dell'Imperatore Mommu, e il figlio dei due, il principe Obito, divenne l'Imperatore Shōmu. Un'altra figlia di Fuhito, Kōmyōshi, divenne l'imperatrice consorte di Shōmu, la prima nella storia del Giappone a non essere figlia della famiglia imperiale. I quattro figli maschi di Fuhito fondarono invece quattro rami della famiglia, e tra di essi la famiglia del Nord, gli Hokke, vennero considerati capi del clan.

Il periodo Heian (784 - 1185):
Il periodo Heian viene solitamente datato dal 794 al 1185 d.C., perché per un breve decennio (784-794) la capitale fu spostata dopo Nara a Nagaoka, poi nel 794 a Kyōto (dove rimarrà fino al 1868). Quest'ultima prese il nome di "Heian-Kyō" (capitale della pace e della tranquillità), di qui il nome dell'epoca. Nel periodo Heian l'autorità centrale si indebolì, a vantaggio delle grandi famiglie proprietarie di ampi possedimenti nelle zone periferiche, che godettero di crescente autonomia.
La corte fu dominata dalla potente famiglia Fujiwara, che riuscì ad accentrare il potere nelle sue mani fino alla questione di successione tra Sutoku, l'ex imperatore, e Go Shirakawa, l'imperatore in carica. Entrambi chiamarono a sostenerli i clan militari fedeli e Go Shirakawa vinse il contrasto. I Taira, uno dei clan militari che l'avevano appoggiato, facendo forza sulla propria disponibilità di armi si arrogò diritti e privilegi finché Taira no Kiyomori detenne il vero controllo del paese. Egli fece un uso violento della sua autorità e finì per essere odiato dal popolo. Tra gli altri, uccise Minamoto no Yoshitomo che, prevedendo l'atto brutale, affidò i suoi due (di nove) figli a persone fidate. Yoshitsune e Yoritomo, divenuti grandi, fecero leva sullo scontento popolare per acquisire l'appoggio di molte persone e vendicare il padre. Lo scontro si risolse con la battaglia navale di Dan no Ura del 25 aprile 1185, con il trionfo dei fratelli Minamoto. Yoritomo, invidioso del fratello Yoshitsune, lo costrinse al suicidio, dopo averlo inseguito fino alla zona nord del paese, dopo di che assunse il titolo di Shogun ("Generalissimo") instaurando a Kamakura una dittatura militare nota con il nome di Bakufu ("Governo della Tenda").

Il periodo Kamakura (1185 - 1333):
Dal 1185 al 1333 la famiglia Minamoto e la famiglia della moglie di Yoritomo, gli Hojo mantennero il controllo del paese attraverso la figura dello Shogun e del Reggente Shogunale, lo Shikken. Gradualmente, i signori locali (i futuri "daimyo") acquistarono autonomia e il potere del governo di Kamakura si ridusse. Gli Hojo dovettero fronteggiare, nel 1274 e nel 1281, l'invasione mongola nella Baia di Hakata, che riuscirono a respingere anche grazie al provvidenziale intervento di tempeste marine (Kamikaze = venti divini). La guerra, anche se vittoriosa, creò un diffuso malcontento perché i vassalli dello Shogun non furono adeguatamente ricompensati.
L'imperatore Go Daigo cercò a questo punto di riprendere il potere appoggiandosi ai clan militari fedeli alla sua causa. Vinse, ma Ashikaga Takauji, uno tra quelli che l'avevano appoggiato, si ribellò. Ne conseguì una lotta civile che portò a uno scisma dinastico. Risultarono così due imperatori: uno legittimo ed esule a Yoshino, sui monti del Giappone centrale, e Takauji, illegittimo a Kyōto, dove istituì un governo proprio dalla residenza della famiglia nel quartiere Muromachi.

Il periodo Ashikaga o Muromachi (1333 - 1573):
Nonostante Ashikaga Yoshimitsu fece cessare lo scisma nel 1393 proclamandosi Shōgun e dando al paese un periodo di pace, il secondo Shogunato giapponese non mantenne mai l'effettivo governo sul paese e subì un lento declino, segnato dal crescente potere dei daimyo, i signori locali.
Dal 1467 al 1568 il caos politico del paese diede vita a infinite battaglie, che costituiscono l'era Sengoku (Stati combattenti). Nel 1573 l'ultimo Shogun Ashikaga fu deposto da Oda Nobunaga.

L'arrivo degli Europei:
La scoperta del Giappone si deve ad alcuni portoghesi che attorno al 1542-43, giunsero sulle sue coste a bordo di un bastimento cinese, spinto verso l'isola di Kiushu a causa di una tempesta. La "scoperta" fu puramente casuale, anche se di scoperta propriamente non si deve parlare, dato che i giapponesi avevano già un qualche tipo di rapporto con la Cina e la Corea da svariati secoli.
I portoghesi vi introdussero la prima arma da fuoco, l'archibugio che venne venduto a circa 1000 tael d'argento, approssimativamente 40 kg del prezioso metallo. L'introduzione delle armi da fuoco da parte degli europei piuttosto che dai cinesi (legittimi inventori) può sembrare strana, ma del resto i rapporti con la Cina non andavano oltre il commercio. Si trattò naturalmente di una rivoluzione che cambiò la concezione militare fino a quel tempo in vigore in Giappone, nonostante i primi pezzi prodotti nel paese negli anni a venire fossero perlopiù copie imperfette e difettose rispetto alle loro controparti europee: ora anche un contadino poteva dotarsi di un'arma che potesse uccidere un samurai, senza sottoporsi all'addestramento necessario per maneggiare un arco.
Le impressioni tra giapponesi e portoghesi furono positive e questi ultimi, al loro ritorno in India, spinsero i compatrioti verso l'apertura di nuovi mercati commerciali, ai quali naturalmente seguirono i missionari cristiani. I Gesuiti disponevano di un certo vantaggio al fare proselitismo, contribuendo con le nozioni nel campo della medicina e dell'astronomia, di molto superiori a quelle Cinesi e Giapponesi, e naturalmente con i remunerativi commerci tra il paese e le altre colonie Portoghesi, quali Macao, Malacca, Ternate, Goa solo per citarne alcune.
Nel 1571 venne fondata la prima stazione commerciale a Nagasaki e grazie alle lettere dei Gesuiti e i rapporti dei mercanti portoghesi, erano nel frattempo aumentate considerevolmente le conoscenze occidentali relative al Giappone.

Il periodo Azuchi-Momoyama (1573 - 1600):
La riunificazione politica del Giappone fu dovuta a tre grandi personalità: Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu. Il terzo fu il fondatore dello Shogunato Tokugawa, dopo la battaglia di Sekigahara del 1600. Oda Nobunaga, e il suo successore Hideyoshi ridussero all'obbedienza i vari daimyo. Nei primi anni del XVI secolo era giunto in Giappone il Cristianesimo, al seguito dei portoghesi, ma alla fine del secolo il kanpaku regnante Hideyoshi Toyotomi si preoccupò della crescente popolarità della nuova religione e scacciò i missionari, uccidendo 26 cristiani come monito. Hideyoshi morì nel 1598 lasciando come erede il piccolo Ideyori, ma le rivalità fra i grandi daimyo sfociarono subito in una guerra civile che vide la vittoria finale di Ieyasu.

L'era Tokugawa (1600 - 1868), la più lunga...:
Nel 1556 Takechiyo raggiunse l'età adulta e cambiò il suo nome in Matsudaira Motoyasu. Gli venne permesso di ritornare alla sua nativa Mikawa e gli Imagawa gli ordinarono di combattere il clan Oda in una serie di battaglie. Motoyasu vinse la sua prima battaglia a Terabe, cominciando a farsi un nome. In questo periodo Oda Nobuhiro morì ed il comando del clan degli Oda passò a suo fratello più giovane, Oda Nobunaga. Poco dopo il clan Matsudaira ed i soldati di Mikawa cominciarono a chiedere maggiore autonomia dagli Imagawa. Yoshimoto assemblò 20.000 soldati (molti di essi provenienti da Mikawa) e marciò verso Kyōto - il primo daimyo a farlo dal 1538. Motoyasu venne inviato da Mikasa con i suoi uomini per attaccare la fortezza di Marune. Riuscendo a catturare il forte, Motoyasu ed i suoi uomini vi si insediarono per difenderlo. A causa di ciò evitarono la sanguinosa Battaglia di Okehazama combattuta vicino a Kyoto nella quale Imagawa Yoshimoto morì e gli Imagawa vennero sconfitti. Motoyasu si ritirò con i suoi uomini a Mikawa ed infine, morto Yoshimoto decise di liberarsi dell'influenza degli Imagawa.
Motoyasu decise di allearsi con gli Oda, stringendo un patto segreto con Oda Nobunaga. La segretezza era dovuta al fatto che la maggior parte della famiglia Matsudaira - inclusa la moglie di Motoyasu ed il suo figlio ancora in fasce, Hideyasu - erano ancora tenuti in ostaggio a Sumpu dal nuovo capoclan degli Imagawa, il figlio di Yoshimoto, Imagawa Ujizane. Nel 1561, Motoyasu ed i suoi uomini marciarono contro la fortezza di Imagawa di Kaminojo, conquistandola ed avvisando così Nobunaga che Motoyasu non era più fedele agli Imagawa. Motoyasu uccise il comandante del castello, Udono Nagamochi, e prese in ostaggio sua moglie ed i suoi due figli. Ujizane, calcolando che gli Udono fossero seguaci più importanti dei Matsudaira, rilasciò i suoi ostaggi Matsudaira in cambio della moglie e figli di Udono.
Libero di agire Motoyasu cominciò a riformare il clan Matsudaira dopo anni di decadimento ed a pacificare Mikawa. Curò e rinforzò gli interessi dei suoi vassalli ricompensandoli con terre. Distribuì anche castelli ai seguaci e vassalli più importanti (tra cui Honda Tadakatsu, Ishikawa Kazumasa, Koriki Kiyonaga Sakai Tadatsugu, e Sakikabara Yasumasa), i cui castelli sarebbero stati presi e ridistribuiti nel 1566.
Nel 1564, Motoyasu sconfisse il Mikawa monto, un gruppo militaristico anti-Matsudaira, rischiando anche la propria vita quando venne colpito da un proiettile che però non riuscì a penetrare la sua armatura. Nel 1567 avanzò una petizione all'Imperatore del Giappone Ogimachi per cambiare il suo nome familiare in Tokugawa e prendere il nome di Tokugawa Ieyasu. Così facendo iniziò anche a sostenere di discendere dal clan Minamoto attraverso il clan Nitta e, quindi, di discendere dalla Famiglia Imperiale. Allo stesso tempo scelse un ramo familiare separato che asseriva di discendere dai clan Fujiwara. Gli storici moderni ipotizzano che Ieyasu stesse mentendo sulla sua discendenza imperiale, che venne semplicemente usata (come fecero gli Ashikaga prima di lui) per legittimare il suo potere e la sua superiorità sugli altri daimyo.
Sebbene la famiglia Tokugawa fosse simbolicamente indipendente non poteva ancora sopravvivere senza il clan Oda ed erano soggetti di Oda Nobunaga stesso. Quando Nobunaga marciò su Kyōto nel 1568 diventando il leader de-facto del Giappone, molte delle sue truppe appartenevano ai Tokugawa. Allo stesso tempo Ieyasu era ansioso di espandere i suoi territori. Egli e Takeda Shingen, capo del clan Takeda, di provincia di Kai, strinsero un patto per annettere Totomi, ma, successivamente, Shingen occupò Suruga e la capitale degli Imagawa, Sumpu. L'accordo Takeda-Tokugawa stava declinando e Ieyasu diede anche riparo al suo precedente nemico, Imagawa Ujizane, promettendogli di restituirgli Totomi e Suruga. Allo stesso tempo Ieyasu tentò anche di stringere un'alleanza con Uesugi Kenshin, capo del clan Uesugi ed arcinemico del clan Takeda. Una volta stretta la nuova alleanza Ieyasu si mosse dalla sua capitale Hamamatsu in Mikawa verso Totomi (dove sarebbe stato più vicino a Shingen).
I territori degli Imagawa erano ormai stati completamente assorbiti dalla sfera di influenza Tokugawa ed il clan Imagawa era diventato vassallo dei Tokugawa, mentre il clan Uesugi mantenne una forte alleanza. I Tokugawa ed i Takeda erano pronti alla guerra. Ieyasu aveva ancora il supporto di Nobunaga, ma questo pensava che alcune delle azioni di Ieyasu fossero pericolose e irritanti. Comunque nel 1570 Ieyasu condusse 5.000 suoi uomini in aiuto di Nobunaga alla Battaglia di Anegawa contro i clan Asai e Asakura a dimostrazione che l'alleanza Tokugawa-Oda era ancora salda. Nonostante ciò Ieyasu non sarebbe stato capace di aiutare Nobunaga per altri due anni, perché nel 1571 il clan Takeda attaccò.
Nel 1572 i Takeda sottrassero il Castello di Futamata a Ieyasu e più tardi Shingen sconfisse Ieyasu nella battaglia di Mikatagahara, in cui Ieyasu perse quasi la vita mentre conduceva le sue truppe. Comunque Takeda Shingen morì nel 1537 e gli successe il figlio ed erede designato Takeda Katsuyori che riuscì a conquistare il forte di Taketenjin nel 1574. Sebbene questo fosse un porto importante per i Tokugawa la scalata militare dei Takeda era quasi al termine. Nel 1575 Katsuyori attaccò il Castello di Nagaghino in Mikawa e Ieyasu chiese aiuto a Nobunaga. Quando Nobunaga si mostrò riluttante ad attaccare i Takeda, Ieyasu minacciò di fare pace con il clan Takeda ed attaccare le posizioni del clan Oda nelle province di Owari e Mino. Nobunaga cambiò idea e condusse un esercito a Mikawa. L'esercito Oda-Tokugawa, forte di 38.000 uomini, inflisse il 28 giugno 1575 una devastante sconfitta ai Takeda ma ancora per alcuni anni Takeda Katsuyori organizzò frequenti raid contro i territori dei Tokugawa e degli Oda.
Nel 1579 la moglie di Ieyasu ed il suo figlio più anziano, Tokugawa Nobuyasu, vennero accusati di aver cospirato con Takeda Katsuyori per assassinare Nobunaga. La moglie di Ieyasu venne decapitata e Ideyasu venne forzato a commettere seppuku. Ieyasu nominò allora come successore il suo terzo e favorito figlio Tokugawa Hidetada, poiché il suo secondo figlio doveva essere adottato da un altro samurai in ascesa, Toyotomi Hideyoshi.
Nel 1582 un'altra forza combinata Oda-Tokugawa attaccò e sconfisse l'esercito Takeda. Takeda Katsuyori, così come il suo figlio maggiore ed erede, Takeda Nobukatsu, commisero seppuku. Con i Takeda che non erano più una minaccia, Ieyasu poteva aiutare Nobunaga nella sua campagna di riunificazione del Giappone. Per il suo aiuto Ieyasu ricevette il controllo de jure di provincia di Suruga (inclusa Sumpu) e delle aree confinanti con i possedimenti del clan Hojo. I Tokugawa e gli Hojo si allearono, dato che Ieyasu era amico di Hojo Ujinori, fratello minore del capo del clan Hojo, Hojo Ujimasa.
Alla fine del 1582 Ieyasu si trovava a Sakai, provincia di Settsu, quando ricevette la notizia della morte di Oda Nobunaga causata da Akechi Mitushide. Ieyasu ritornò a Mikawa temendo che come alleato di Oda sarebbe stato assassinato anche lui. Ieyasu non voleva attaccare il clan Akechi, condotto da Mitsuhide, ma i Tokugawa si avvantaggiarono della situazione e conquistarono le province di Kai e Shinano dopo una vittoria decisiva alla battaglia di Yamazaki. Hojo Ujimasa, sentendosi minacciato inviò truppe a Kai. Non vi furono combattimenti e entrambe le fazioni decisero per la pace. Per salvare la faccia Ieyasu diede alcune terre in Kai e Shinano agli Hojo. Ieyasu iniziò a modificare la sua base amministrativa sul modello dell'ormai defunto Takeda, assumendo bande di uomini Takeda nell'esercito Tokugawa. Nel 1583 i principali candidati a condurre il Giappone erano Toyotomi Hideyoshi (il padre adottivo del secondo figlio di Ieyasu) e Shibata Katsuie. Ieyasu rimase neutrale in questo conflitto, ma Hideyoshi sconfisse i Katsuie nella battaglia di Shizugatake nel 1583, e dopo che Shibata Katsuie ebbe commesso seppuku, Toyotomi Hideyoshi ed il suo clan divennero i governanti de-facto del Giappone.
Nel 1584 Ieyasu decise di supportare Oda Nobukatsu, il figlio maggiore ed erede di Oda Nobunaga, con l'intenzione di provocare Hideyoshi in battaglia, dato che gli Oda erano rimasti indeboliti a causa della scomparsa di Nobunaga ed i Tokugawa erano ora molto più forti (sebbene i governanti Toyotomi fossero più potenti di entrambi). Con il consenso di Oda Nobukatsu, i Tokugawa occuparono la provincia di Owari, base del potere Oda in uno sforzo di costringere Hideyoshi a scendere sul campo di battaglia. Hideyoshi rispose inviando un esercito in Owari ed iniziando la Campagna Komaki. Ieyasu vinse l'unica battaglia degna di nota della campagna, la Battaglia di Nagakute e per la fine del 1584 vi fu una tregua tra i Toyotomi/Oda ed i Tokugawa. Infatti nel frattempo Oda Nobukatsu aveva cambiato fazione per salvarsi, stringendo una tregua separata con Hideyoshi molto prima di quella tra Ieyasu e Hideyoshi. Il clan Oda ed i loro territori (inclusa Owari) furono annessi alle terre Toyotomi, segnando la fine del potere politico degli Oda. Ieyasu si recò ad Osaka nel 1585, e promise di sospendere i combattimenti contro Hideyoshi.
Nonostante ciò la Campagna di Komaki rese Hideyoshi diffidente nei confronti di Ieyasu e ci fu una sola occasione (la Campagna di Odawara nel 1590) in cui Tototomi e Tokugawa combatterono insieme. Nel 1585 Ishikawa Kazumasa abbandonò Ieyasu per unirsi a Hideyoshi, dopodiché Ieyasu riformò tutta la struttura militare sul modello di Takeda. I Tokugawa non parteciparono all'invasione di Shikoku da parte di Hideyoshi, né alla pacificazione dell'Honshu, ma fecero da forza cuscinetto tra Toyotomi e gli Hojo negli anni 1580. Ieyasu fece del suo meglio a favore di Hojo Ujimasa, ma infine i Tokugawa presero le parti di Toyotomi nel 1589, l'anno nel quale cominciò la campagna di Odawara.
Durante l'Invasione di Hideyoshi dei territori del clan Hojo nel 1590, Ieyasu stesso condusse 30.000 uomini in battaglia. Le forze Toyotomi-Tokugawa misero sotto assedio la città di Odawara. Durante questo periodo Hideyoshi e Ieyasu si avvicinarono - tanto che Hideyoshi propose un patto: avrebbe dato a Ieyasu le otto province del Kantō in cambio delle cinque province che erano il territorio tradizionale dei Tokugawa e dei loro antenati Matsudaira, detenuti correntemente da Ieyasu. Nel 1590 gli Hojo vennero sconfitti e le loro terre annesse a quelle dei Totyotomi, ponendo fine a 450 anni di regno del clan.
Al termine di ciò Ieyasu concesse le sue cinque province di Mikawa, Totomi, Suruga, Shinano e Kai e spostò la sua nuova base di potere nella regione del Kantō, insediandosi nella città castello di Edo. Era ormai riconosciuto come uno dei maggiori signori del paese. Circondato dal mare e dalle montagne era molto lontano dall'area principale della politica giapponese e poteva vantare un'autonomia da Toyotomi che nessun altro in Giappone aveva a quel tempo.
Nel 1592 Hideyoshi invase la Corea in un tentativo di attaccare la Cina e l'India: Sebbene gli eserciti giapponesi riuscirono a prendere il controllo della capitale, furono continuamente bersaglio della guerriglia coreana in tutto il montagnoso paese. I Tokugawa non presero parte a questo attacco, Ieyasu rimase stazionato nel Kyushu così che, probabilmente, Hideyoshi potesse tenerlo d'occhio. Nonostante la sua assenza i suoi vassalli consolidarono le nuove terre dei Tokugawa a Edo. Nel 1598 i giapponesi si ritirarono dalla Corea e Ieyasu tornò a Edo.
Nel 1593 Hideyoshi ebbe un figlio ed erede, Toyotomi Hideyori. Nel 1598 convocò una riunione per determinare i sei reggenti che avrebbero governato nel nome di suo figlio dopo la sua morte. I sei ad essere scelti come reggenti (tairo) per Hideyori furono Maeda Toshiie, Mori Terumoto, Ukita Hideie, Uesugi Kagekatsu, Kobayakawa Takakage, e Tokugawa Ieyasu. Verso la Battaglia di Sekigahara (1598-1603)
Toyotomi Hideyoshi morì infine nel 1598. Gli succedette il suo figlio ed erede Hideyori, messo ufficialmente alle cure di uno dei reggenti Maeda Toshiie. Non appena Hideyoshi morì Ieyasu cominciò a stringere alleanze con varie famiglie anti-Toyotomi alienandosi gli altri reggenti. Dopo la morte di Toshiie nel 1599, Ieyasu condusse le sue truppe fino a Fushimi ed occupò il Castello di Osaka, facendo infuriare gli altri quattro reggenti (Takakage era già morto). L'opposizione contro Ieyasu venne valorosamente condotta da Ishida Mitsunari, che non era un reggente ma aveva già tentato di assassinare Ieyasu nel 1599. Alcuni dei comandanti generali di Ieyasu volevano uccidere Ishida, ma questi trovò ironicamente riparo presso Ieyasu.
L'"amicizia" tra i due si ruppe presto. C'erano due fazioni - quella "orientale" che sosteneva Tokugawa Ieyasu e quella "occidentale" sostenitrice di Ishida Mitsunari. Mitsunari era determinato ad attaccare per primo e si alleò con il reggente Uesugi Kagekatsu che possedeva un feudo non troppo lontano da Edo. Ishida voleva che Uesugi tenesse occupate le truppe di Ieyasu abbastanza a lungo da permettere alla Fazione Occidentale di occupare Edo e sconfiggere la Fazione Orientale. Nel giugno 1600 Kagekatsu e Ieyasu iniziarono a combattere. Ieyasu marciò con i suoi alleati, i clan Date e Mogami per sconfiggere Uesugi e condusse un esercito a occidente per sconfiggere il clan Ishida in ottobre. Ishida riprese Fushimi da Ieyasu e sebbene questo fosse un grande successo, richiese un tempo molto lungo.
Nella provincia di Shinano 36.000 uomini dei Tokugawa, condotti da Tokugawa Hidetada, figlio ed erede di Ieyasu, erano stazionati senza alcuna ragione apparente; Ieyasu sapeva però che il Kobakawa clan, condotto da Kobayakawa Hideaki, stava progettando di abbandonare Ishida e che il Mori non progettava di combattere.
La Battaglia di Sekigahara iniziò il 21 ottobre 1600 e vi presero parte un totale di 160.000 uomini. Le fazioni Ishida e Tokugawa si affrontarono in campo aperto, mentre i Kobayakawa ed i Mori erano stazionati sulle montagne,fattore che avrebbe deciso la battaglia. Hidetada che era stato convocato da Shinano non era ancora arrivato. Infide quando i Tokugawa parevano ormai sconfitti i Mori ed i Kobayakawa arrivarono in loro aiuto sconfiggendo e schiacciando Ishida. La Battaglia di Sekigahara fu una vittoria dei Tokugawa e della Fazione Orientale, la Fazione Occidentale era stata polverizzata, i clan Kobayakawa e Mori si allearono con i Tokugawa e nel giro di pochi giorni Ishida Mitsunari ed altri generali della fazione occidentale vennero decapitati. Tokugawa Hidetada arrivò in ritardo perdendo l'occasione di partecipare alle ostilità.
Immediatamente dopo la vittoria di Sekigahara Ieyasu ridistribuì le terre ai propri vassalli che l'avevano servito. Chi aveva giurato alleanza a lui prima della battaglia venne detto fudai daimyo, mentre chi aveva giurato alleanza dopo la battaglia venne detto tozama daimyo. Ieyasu lasciò alcuni daimyo occidentali intatti, come il clan Shimazu clan, ma altri vennero completamente aboliti. Toyotomi Hideyori si ritirò a vita privata presso il Castello di Osaka, mentre Tokugawa Ieyasu era ora de facto il governante del Giappone. Lo shogun Tokugawa Ieyasu (1603-1605)
Nel 1603 Tokugawa Ieyasu ricevette il titolo di 'shogun' dall'imperatore Go-Yozei, all'età di 60 anni. L'erede di Ieyasu era ancora suo figlio Tokugawa Hidetada. Come shogun inaugurò lo bakufu Tokugawa, il terzo governo di uno shogunato (dopo i Minamoto e gli Ashikaga), governo che avrebbe deciso le sorti del Giappone per molti anni a venire. Iniziava così il periodo Edo che sarebbe durato fino al 1867.
Sorprendentemente dopo un breve periodo abdicò da Shogun nel 1605. Gli successe il figlio ed erede, Tokugawa Hidetada, che divenne il secondo Shogun della dinastia Tokugawa. Regno claustrale dello Shogun Ieyasu (1605-1616)
Nonostante la sua abdicazione a favore di Hidetada, Ieyasu mantenne la posizione di Shogun Ritirato (Ogosho), rimanendo comunque il governante effettivo del Giappone fino alla sua morte. Ieyasu si ritirò a Sumpu, dove supervisionò la costruzione del Castello di Edo. Nel 1609 diresse le trattative diplomatiche con l'Olanda e la Spagna.
Nel 1611 Ieyasu alla testa di 50.000 uomini visitò Kyoto per testimoniare l'incoronazione dell'Imperatore Go-Mizunoo, sebbene suo figlio fosse ufficialmente lo Shogun. In Kyoto Ieyasu ordinò ai daimyo occidentali di firmare un giuramento di fedeltà a lui. Nel 1613 compose un documento conosciuto come Kuge Shohatto, che metteva i nobili di corte sotto stretto controllo e li rese figure di rappresentanza cerimoniali, prive di potere effettivo. Nel 1614 firmò l'Editto di Espulsione dei Cristiani e bandì il Cristianesimo, espulse tutti gli stranieri e vietò ai cristiani giapponesi di praticare la loro religione, molti di questi fuggirono nelle Filippine spagnole.
Nel 1615 preparò il Buke Shohatto, un documento che fissava il futuro del regime Tokugawa. Urna che contiene le ceneri di Tokugawa Ieyasu, conservata a Nikko
Al culmine del primo periodo Edo avvenne l'Assedio di Osaka del 1614-1615. Hideyori viveva ancora nel castello di Osaka e non progettava di ribellarsi contro Ieyasu, ma Ieyasu usò un pretesto per avere la scusa di attaccare. All'inizio i Tokugawa vennero respinti dai resti dei Toyotomi, condotti da un ansioso Hideyori, ma Ieyasu ordinò un controattacco. I Tokugawa, condotti dallo Shogun Hidetada, posero un lungo assedio al Castello di Osaka. Infine alla fine del 1615, il castello cadde nello loro mani e Hideyori, sua madre (Yodogimi, la vedova di Hideyoshi) il suo bambino ed erede commisero seppuku. Sua moglie Senhime (pronipote di Ieyasu), venne salvata da Ieyasu e non subì il fato del marito, figlio e suocera. I Tokugawa erano ora liberi di sviluppare il Giappone.
Durante questo periodo crebbero i sentimenti anti-cristiani del governo. Nel 1614, soprattutto per stroncare i tentativi olandesi di insinuarsi nell'economia giapponese, il cristianesimo venne messo fuori legge. La punizione per chi seguiva il cristianesimo era la morte. Migliaia di cristiani giapponesi vennero uccisi per aver mantenuto la loro fede nonostante il divieto. Rimase solo una sostanziosa comunità di cristiani a Nagasaki, oltre a gruppi più piccoli sparsi in tutto il Giappone.
Nel 1641 iniziò la politica di isolamento del Giappone dal resto del mondo, nota come sakoku. I giapponesi non potevano uscire dal Paese e gli stranieri potevano entrare solo muniti di speciali permessi. Facevano eccezione alcune basi commerciali. Essa durerà fino al 1853, quando il Giappone sarà costretto a firmare i Trattati ineguali dopo la minaccia del commodoro Matthew Perry con le "navi nere". In questo anno inizia il periodo detto bakumatsu.
Già all'inizio del 1800 però il sistema sociale e politico giapponese cominciò a cedere. Ricchi mercanti riuscirono ad acquisire una posizione sociale ben più alta di quella loro spettante per nascita, e al contrario di molti samurai, causa l'insufficienza degli stipendi, si diedero a commerci o ad altri lavori. D'altro canto molti daimyo apportarono ai loro feudi vaste e profonde riforme e miglioramenti in modo da accrescere le loro risorse mentre quelle dello shogunato diminuivano a causa dell'inettitudine della burocrazia. Tra il 1830 e il 1840 una serie di carestie si abbatté sul paese tanto da far temere una violenta rivolta popolare. Si diede quindi inizio ad una serie di riforme che furono affidate a Tokugawa Nariaki, del ramo cadetto della dinastia shogun. Nel frattempo nel nome della fedeltà all'imperatore si andò a formare una corrente di daimyo che accusava lo shogunato di non essere in grado di resistere alle pressioni occidentali per l'apertura di relazioni diplomatiche e commerciali. Il pesante regime feudale portò ad una ripartizione dell'arcipelago in 10 regioni (do):
- Gokinai (cinque province interne)
- To-kai-do (paese del mare orientale)
- To-san-do (paese dei monti orientali)
- Foku-roku-do (paese del territorio settentrionale)
- San-in-do (paese del versante montuoso settentrionale)
- San-yo-do (paese del versante montuoso meridionale)
- Nan-kai-do (paese del mare meridionale) con la potente signoria di Satzuma
- Sai-kai-do (paese del mare occidentale)
- isola Iki
- isola Tsushima
- governo militare di Yezo (isola di Hokkaido)

Ecco qui una parte di storia più moderna...
Periodo Meiji (1868–1912):
Il Rinnovamento Meiji segnò il ritorno al potere dell'imperatore e la modernizzazione del Giappone. Durante il Periodo Meiji e fino alla fine della seconda guerra mondiale, la legge che vietava il cristianesimo rimase in vigore, anche se tecnicamente la Costituzione Meiji consentiva la libertà di culto. Di fatto il cristianesimo era ancora una religione illegale in Giappone e restava punibile con la morte. Con le nuove riforme Nagasaki si aprì ai commerci, ma rimase in vigore sia la proibizione del cristianesimo che la persecuzione da parte del governo.

Periodo Taishō (1912 - 1926):
All’imperatore Mutsuhito succedette nel 1912 Taisho, il cui precario stato di salute favorì il consolidarsi del ruolo politico dei militari. Nell’agosto del 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, il Giappone inviò un ultimatum alla Germania, con cui si richiedeva l’evacuazione del territorio di Jiaozhou (Kiaochow), nella Cina nordorientale. Al rifiuto da parte dei tedeschi, il Giappone entrò in guerra a fianco degli Alleati, occupando le isole tedesche nel Pacifico. Nel 1915 il Giappone presentò alla Cina le “ventuno richieste”, in merito alla concessione di privilegi industriali, ferroviari e minerari, che rappresentarono la prima affermazione della politica giapponese di dominio in Cina e in Estremo Oriente. Nel 1916 la Cina cedette al Giappone i diritti commerciali nella Mongolia interna e nella Manciuria meridionale.
Il trattato di pace che concluse la prima guerra mondiale assegnò al Giappone le isole che aveva occupato nel Pacifico, a titolo di mandato della Società delle Nazioni, della quale il paese divenne membro statutario. Il Giappone ottenne anche la concessione di Jiaozhou, che tuttavia dovette restituire alla Cina nel 1922 in base al trattato di Shandong, stipulato durante la conferenza di Washington dello stesso anno.

Periodo Showa (1926-1989):
Primo conflitto mondiale...
Intanto in patria, definita (comunemente ma impropriamente) "incidente", il 15 maggio 1932 si scatenò una rivolta di alcuni militari e contadini, che portò all'occupazione di alcune sedi del potere, tra cui la banca principale del paese e la casa del primo ministro. Sui fatti si allestì un processo contro undici ufficiali, ma durante il dibattimento la loro figura venne assumendo toni eroici ed un'ondata di rinascente nazionalismo colpì il Giappone; a supporto degli imputati si mobilitò gran parte dell'opinione pubblica.

Secondo conflitto mondiale...
Forse poco importante dal punto di vista storico, ma interessante per capire l'ostinazione di alcuni giapponesi nel non volersi arrendere agli Alleati, fu un tentativo di colpo di stato sventato fortunosamente organizzato da alcuni ufficiali dell'esercito che tentarono di rapire l'imperatore, al fine di impedirgli di annunciare la resa alla radio.

Giappone dopo la seconda guerra mondiale:
Dopo il 1945, come parte delle condizioni di resa, il Giappone fu obbligato a dichiarare la libertà di culto e la fine della persecuzione. Dopo che il Giappone riottenne la propria sovranità la libertà di culto rimase come parte integrante della nuova costituzione. Tra il maggio del 1946 e il novembre 1948 si svolse il processo di Tokyo, nel quale il tribunale militare per l'Estremo Oriente giudicò e condannò a morte i principali responsabili dei crimini di guerra.
Gli obiettivi dichiarati dell'occupazione statunitense del Giappone erano la democratizzazione dell'ordinamento dello stato giapponese e il ristabilimento di un'economia industriale di pace. Un programma di riforma agraria, inteso a promuovere la proprietà contadina della terra, fu avviato nel 1947. Alle donne fu concesso il diritto di voto nelle prime elezioni generali del dopoguerra, nell'aprile 1946, che portarono 38 donne alla Dieta giapponese. Una nuova Costituzione, voluta dagli Stati Uniti, entrò in vigore nel maggio del 1947.
Durante il 1950, i negoziati concernenti il trattato di pace giapponese furono segnati da importanti divergenze tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. In maggio a John Foster Dulles, consigliere del segretario di stato statunitense, venne conferito l'incarico di redigere il trattato, che fu pronto il 12 luglio del 1951. Ai primi di settembre si aprì a San Francisco la conferenza di pace, a cui gli Stati Uniti invitarono 55 paesi, escluse la Cina nazionalista (Taiwan) e la Repubblica popolare cinese. Il trattato fu sottoscritto da 49 paesi, tra cui il Giappone, mentre non venne approvato dall’URSS, dalla Cecoslovacchia e dalla Polonia. In base al trattato di pace, il Giappone rinunciava a ogni pretesa sulla Corea, Taiwan, le isole Curili, Sahalin e le isole in amministrazione mandataria. Nel contempo, Stati Uniti e Giappone firmarono un accordo bilaterale, in base al quale gli Stati Uniti mantenevano basi militari e forze armate in Giappone e nei territori circostanti a titolo di difesa del paese.
Il 28 aprile 1952 il trattato di pace entrò in vigore e il Giappone riacquistò piena sovranità. Nel corso dell'anno il governo giapponese concluse trattati di pace o riaprì le relazioni diplomatiche con Taiwan, la Birmania, l’India e la Iugoslavia. Nel corso del 1953 gli Stati Uniti spinsero quindi attivamente il Giappone al riarmo, come misura di tutela contro un eventuale attacco sovietico. In agosto i due paesi firmarono un trattato di aiuto inerente alla produzione giapponese di armamenti e nel marzo del 1954 fu sottoscritto un patto di reciproca difesa. La risoluzione delle controversie internazionali fu definita nel 1956 con l'ingresso del Giappone nell'ONU.
Gli anni Sessanta, che furono suggellati da due manifestazioni di grande richiamo internazionale (le Olimpiadi di Tokyo, nel 1964, e l'Esposizione universale di Osaka, nel 1970), videro il Giappone salire ai vertici della produzione mondiale. Sul piano politico fu cruciale la riapertura di relazioni diplomatiche con la Cina (1972). In politica interna, in seguito a un grave scandalo (in cui sembra fossero coinvolti diversi uomini politici e industriali e una società aerospaziale statunitense, la Lockheed), per la prima volta il Partito liberal-democratico (Jiyu Minshu-to o Jiminto) perse, in occasione delle elezioni del dicembre 1976, la maggioranza alla Camera bassa: da allora vari rappresentanti del partito si avvicendarono alla carica di primo ministro fino al novembre del 1982, quando venne nominato Nakasone Yasuhiro.
Dopo un calo di consensi nel 1983, i liberaldemocratici riportarono una schiacciante vittoria elettorale nel 1986, e Noboru Takeshita sostituì Nakasone nel novembre del 1987. Intorno alla metà degli anni Ottanta la crescita dell'economia giapponese cominciò a rallentare, anche a causa della debolezza del dollaro rispetto allo yen, che provocò un calo delle esportazioni.

Periodo Heisei (1989 - oggi):
Nel 1989 morì Hirohito, a cui succedette Akihito. Il 1989 segnò una delle più rapide crescite economiche nella storia giapponese. Con uno yen forte ed un tasso di cambio con il dollaro favorevole, la Banca del Giappone mantenne bassi i tassi di interesse, dando vita ad un boom degli investimenti che fece salire il valore delle proprietà immobiliari a Tokyo di oltre il 60% in un anno. Poco dopo Capodanno il Nikkei 225 raggiunse il suo valore massimo di 39.000. Nel 1991 era ricaduto a 15.000 segnando la fine della "bolla economica" giapponese.
Lo scandalo Recruit del 1988 aveva già eroso la fiducia pubblica nel Partito Liberale Democratico che aveva controllato il governo del paese per 38 anni. Nel 1993 venne sconfitto da una coalizione guidata da Morihiro Hosokawa. Comunque la coalizione collassò perché i partiti che la componevano si erano riuniti semplicemente per sconfiggere il Partito Liberale Democratico e mancavano di una posizione unitaria su praticamente ogni argomento sociale. Il Partito Liberale Democratico tornò al governo nel 1996, quando aiutò ad eleggere il socialdemocratico Tomiichi Murayama come Primo Ministro.
Nel 1995 un forte terremoto colpì Kobe. Il 25 marzo di quello stesso anno terroristi del gruppo Aum Shinrikyo liberarono gas sarin nella metropolitana di Tokyo, uccidendo dodici persone, tra cui due addetti della JR ed un passeggero, e intossicando gravemente oltre trecento persone.[1]
Il periodo Heisei ha segnato anche il riemergere del Giappone come potenza militare mondiale. Nel 1991 il Giappone versò miliardi di dollari per sostenere la Guerra del Golfo, ma motivi costituzionali impedirono una partecipazione o un supporto diretto. Sminatori vennero inviati come parte dello sforzo di ricostruzione. In seguito all'invasione dell'Iraq nel 2003 il gabinetto del Primo Ministro Junichiro Koizumi approvò un piano per l'invio di circa 1.000 soldati della Forza di autodifesa giapponese per aiutare la ricostruzione dell'Iraq, il più grosso invio di truppe oltremare successivamente alla Seconda guerra mondiale senza la sanzione delle Nazioni Unite.
Nel 1997 il Giappone fu duramente colpito dalla crisi finanziaria asiatica.
L'11 marzo 2011 il terremoto più forte mai registrato, con epicentro a 130 km al largo Sendai, ha sconvolto il nord del paese e provocato uno tsunami che ha devastato le coste nord-occidentali.


In continuo aggiornamento...
 
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Sailor Earth
icon13  view post Posted on 23/12/2011, 12:56




[QUOTE=~Miki•,21/12/2011, 22:14 ?t=49203429&st=0#entry342250369]
Questo è un argomento che può risultare noioso, ma può rivelarsi interessante se letto a gradi! Ho suddiviso tutta la storia partendo dal principio, buona lettura!
Preistoria:
Nel periodo da circa il 10.000 a.C. fino al 300 a.C. si sviluppa la cultura Jōmon, che prende i nomi dalle tipiche decorazioni del vasellame dell'epoca. È una società che si basa principalmente sulla raccolta, caccia e pesca, ma pone le basi per lo sviluppo agricolo che avverrà nel periodo successivo.

Il periodo Yayoi:
Il periodo Yayoi (弥生時代 Yayoi-jidai?) è un’era nella storia del Giappone che va dal 300 a.C. al 250 d.C. Il suo nome deriva dal distretto di Tokyo dove furono per la prima volta ritrovati resti archeologici di quell’era. A seconda della fonte che si prende in considerazione il periodo Yayoi viene fatto cominciare con l’inizio della coltivazione del riso nelle risaie oppure con nuovi tipi di terraglie. Seguendo in ordine cronologico il periodo Jōmon, la cultura Yayoi fiorì prevalentemente nella zona meridionale di Kyūshū e nella zona dell'Honshū settentrionale.
Recenti scoperte tuttavia fanno pensare che il periodo Yayoi sia iniziato verso il 900 a.C.

Il periodo Kofun:
Il periodo Kofun, conosciuto anche come "Cultura delle Tombe", fiorì in seguito al periodo Yayoi, a partire dal primo-secondo secolo d.C., e si estese fino all'inizio del periodo Nara, durante il quale le testimonianze si fanno più ricche e attendibili.
In questa fase storica il paese, diviso in diverse comunità tribali (uji) vide il crescere della potenza del clan di Yamato, che gradualmente affermò la propria supremazia sulle isole di Honshu, Kyūshū e Shikoku.
Opere storiche giapponesi come il Kojiki e il Nihonshoki e documenti cinesi come il Wei chih ci aiutano nel dare un quadro più definito del periodo, anche se le informazioni in nostro possesso non sono complete.
Lentamente, lo stato di Yamato costituì un governo centralizzato sul modello dell'impero cinese T'ang: questo avvenne soprattutto nel periodo di supremazia del principe Shotoku e del regno dell'imperatore Tenchi.
Tenji, nel 645, diede il vita alle Riforme del Taika ("Grande Mutamento"), che diedero al paese un governo unificato con leggi simili ai modelli cinesi.

Il periodo Nara (710 - 784):
L'influenza politica del clan Fujiwara cominciò durante il periodo Asuka. Nakatomi no Kamatari, appartenente al clan Nakatomi, condusse un colpo di stato contro il clan Soga nel 645 e diede inizio insieme all'Imperatore Kōtoku ad una serie di riforme di governo note come "editti di riforma di Taika". Nel 668 l'Imperatore Tenji, salito al trono in quell'anno, concesse a Kamatari il kabane Fujiwara no Ason; il nuovo cognome fu ereditato dall'erede di Kamatari, il suo secondo figlio Fujiwara no Fuhito (659–720), influente presso la corte di diversi imperatori e imperatrici all'inizio del periodo Nara. La figlia di questi, Miyako, divenne una concubina dell'Imperatore Mommu, e il figlio dei due, il principe Obito, divenne l'Imperatore Shōmu. Un'altra figlia di Fuhito, Kōmyōshi, divenne l'imperatrice consorte di Shōmu, la prima nella storia del Giappone a non essere figlia della famiglia imperiale. I quattro figli maschi di Fuhito fondarono invece quattro rami della famiglia, e tra di essi la famiglia del Nord, gli Hokke, vennero considerati capi del clan.

Il periodo Heian (784 - 1185):
Il periodo Heian viene solitamente datato dal 794 al 1185 d.C., perché per un breve decennio (784-794) la capitale fu spostata dopo Nara a Nagaoka, poi nel 794 a Kyōto (dove rimarrà fino al 1868). Quest'ultima prese il nome di "Heian-Kyō" (capitale della pace e della tranquillità), di qui il nome dell'epoca. Nel periodo Heian l'autorità centrale si indebolì, a vantaggio delle grandi famiglie proprietarie di ampi possedimenti nelle zone periferiche, che godettero di crescente autonomia.
La corte fu dominata dalla potente famiglia Fujiwara, che riuscì ad accentrare il potere nelle sue mani fino alla questione di successione tra Sutoku, l'ex imperatore, e Go Shirakawa, l'imperatore in carica. Entrambi chiamarono a sostenerli i clan militari fedeli e Go Shirakawa vinse il contrasto. I Taira, uno dei clan militari che l'avevano appoggiato, facendo forza sulla propria disponibilità di armi si arrogò diritti e privilegi finché Taira no Kiyomori detenne il vero controllo del paese. Egli fece un uso violento della sua autorità e finì per essere odiato dal popolo. Tra gli altri, uccise Minamoto no Yoshitomo che, prevedendo l'atto brutale, affidò i suoi due (di nove) figli a persone fidate. Yoshitsune e Yoritomo, divenuti grandi, fecero leva sullo scontento popolare per acquisire l'appoggio di molte persone e vendicare il padre. Lo scontro si risolse con la battaglia navale di Dan no Ura del 25 aprile 1185, con il trionfo dei fratelli Minamoto. Yoritomo, invidioso del fratello Yoshitsune, lo costrinse al suicidio, dopo averlo inseguito fino alla zona nord del paese, dopo di che assunse il titolo di Shogun ("Generalissimo") instaurando a Kamakura una dittatura militare nota con il nome di Bakufu ("Governo della Tenda").

Il periodo Kamakura (1185 - 1333):
Dal 1185 al 1333 la famiglia Minamoto e la famiglia della moglie di Yoritomo, gli Hojo mantennero il controllo del paese attraverso la figura dello Shogun e del Reggente Shogunale, lo Shikken. Gradualmente, i signori locali (i futuri "daimyo") acquistarono autonomia e il potere del governo di Kamakura si ridusse. Gli Hojo dovettero fronteggiare, nel 1274 e nel 1281, l'invasione mongola nella Baia di Hakata, che riuscirono a respingere anche grazie al provvidenziale intervento di tempeste marine (Kamikaze = venti divini). La guerra, anche se vittoriosa, creò un diffuso malcontento perché i vassalli dello Shogun non furono adeguatamente ricompensati.
L'imperatore Go Daigo cercò a questo punto di riprendere il potere appoggiandosi ai clan militari fedeli alla sua causa. Vinse, ma Ashikaga Takauji, uno tra quelli che l'avevano appoggiato, si ribellò. Ne conseguì una lotta civile che portò a uno scisma dinastico. Risultarono così due imperatori: uno legittimo ed esule a Yoshino, sui monti del Giappone centrale, e Takauji, illegittimo a Kyōto, dove istituì un governo proprio dalla residenza della famiglia nel quartiere Muromachi.

Il periodo Ashikaga o Muromachi (1333 - 1573):
Nonostante Ashikaga Yoshimitsu fece cessare lo scisma nel 1393 proclamandosi Shōgun e dando al paese un periodo di pace, il secondo Shogunato giapponese non mantenne mai l'effettivo governo sul paese e subì un lento declino, segnato dal crescente potere dei daimyo, i signori locali.
Dal 1467 al 1568 il caos politico del paese diede vita a infinite battaglie, che costituiscono l'era Sengoku (Stati combattenti). Nel 1573 l'ultimo Shogun Ashikaga fu deposto da Oda Nobunaga.

L'arrivo degli Europei:
La scoperta del Giappone si deve ad alcuni portoghesi che attorno al 1542-43, giunsero sulle sue coste a bordo di un bastimento cinese, spinto verso l'isola di Kiushu a causa di una tempesta. La "scoperta" fu puramente casuale, anche se di scoperta propriamente non si deve parlare, dato che i giapponesi avevano già un qualche tipo di rapporto con la Cina e la Corea da svariati secoli.
I portoghesi vi introdussero la prima arma da fuoco, l'archibugio che venne venduto a circa 1000 tael d'argento, approssimativamente 40 kg del prezioso metallo. L'introduzione delle armi da fuoco da parte degli europei piuttosto che dai cinesi (legittimi inventori) può sembrare strana, ma del resto i rapporti con la Cina non andavano oltre il commercio. Si trattò naturalmente di una rivoluzione che cambiò la concezione militare fino a quel tempo in vigore in Giappone, nonostante i primi pezzi prodotti nel paese negli anni a venire fossero perlopiù copie imperfette e difettose rispetto alle loro controparti europee: ora anche un contadino poteva dotarsi di un'arma che potesse uccidere un samurai, senza sottoporsi all'addestramento necessario per maneggiare un arco.
Le impressioni tra giapponesi e portoghesi furono positive e questi ultimi, al loro ritorno in India, spinsero i compatrioti verso l'apertura di nuovi mercati commerciali, ai quali naturalmente seguirono i missionari cristiani. I Gesuiti disponevano di un certo vantaggio al fare proselitismo, contribuendo con le nozioni nel campo della medicina e dell'astronomia, di molto superiori a quelle Cinesi e Giapponesi, e naturalmente con i remunerativi commerci tra il paese e le altre colonie Portoghesi, quali Macao, Malacca, Ternate, Goa solo per citarne alcune.
Nel 1571 venne fondata la prima stazione commerciale a Nagasaki e grazie alle lettere dei Gesuiti e i rapporti dei mercanti portoghesi, erano nel frattempo aumentate considerevolmente le conoscenze occidentali relative al Giappone.

Il periodo Azuchi-Momoyama (1573 - 1600):
La riunificazione politica del Giappone fu dovuta a tre grandi personalità: Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu. Il terzo fu il fondatore dello Shogunato Tokugawa, dopo la battaglia di Sekigahara del 1600. Oda Nobunaga, e il suo successore Hideyoshi ridussero all'obbedienza i vari daimyo. Nei primi anni del XVI secolo era giunto in Giappone il Cristianesimo, al seguito dei portoghesi, ma alla fine del secolo il kanpaku regnante Hideyoshi Toyotomi si preoccupò della crescente popolarità della nuova religione e scacciò i missionari, uccidendo 26 cristiani come monito. Hideyoshi morì nel 1598 lasciando come erede il piccolo Ideyori, ma le rivalità fra i grandi daimyo sfociarono subito in una guerra civile che vide la vittoria finale di Ieyasu.

L'era Tokugawa (1600 - 1868), la più lunga...:
Nel 1556 Takechiyo raggiunse l'età adulta e cambiò il suo nome in Matsudaira Motoyasu. Gli venne permesso di ritornare alla sua nativa Mikawa e gli Imagawa gli ordinarono di combattere il clan Oda in una serie di battaglie. Motoyasu vinse la sua prima battaglia a Terabe, cominciando a farsi un nome. In questo periodo Oda Nobuhiro morì ed il comando del clan degli Oda passò a suo fratello più giovane, Oda Nobunaga. Poco dopo il clan Matsudaira ed i soldati di Mikawa cominciarono a chiedere maggiore autonomia dagli Imagawa. Yoshimoto assemblò 20.000 soldati (molti di essi provenienti da Mikawa) e marciò verso Kyōto - il primo daimyo a farlo dal 1538. Motoyasu venne inviato da Mikasa con i suoi uomini per attaccare la fortezza di Marune. Riuscendo a catturare il forte, Motoyasu ed i suoi uomini vi si insediarono per difenderlo. A causa di ciò evitarono la sanguinosa Battaglia di Okehazama combattuta vicino a Kyoto nella quale Imagawa Yoshimoto morì e gli Imagawa vennero sconfitti. Motoyasu si ritirò con i suoi uomini a Mikawa ed infine, morto Yoshimoto decise di liberarsi dell'influenza degli Imagawa.
Motoyasu decise di allearsi con gli Oda, stringendo un patto segreto con Oda Nobunaga. La segretezza era dovuta al fatto che la maggior parte della famiglia Matsudaira - inclusa la moglie di Motoyasu ed il suo figlio ancora in fasce, Hideyasu - erano ancora tenuti in ostaggio a Sumpu dal nuovo capoclan degli Imagawa, il figlio di Yoshimoto, Imagawa Ujizane. Nel 1561, Motoyasu ed i suoi uomini marciarono contro la fortezza di Imagawa di Kaminojo, conquistandola ed avvisando così Nobunaga che Motoyasu non era più fedele agli Imagawa. Motoyasu uccise il comandante del castello, Udono Nagamochi, e prese in ostaggio sua moglie ed i suoi due figli. Ujizane, calcolando che gli Udono fossero seguaci più importanti dei Matsudaira, rilasciò i suoi ostaggi Matsudaira in cambio della moglie e figli di Udono.
Libero di agire Motoyasu cominciò a riformare il clan Matsudaira dopo anni di decadimento ed a pacificare Mikawa. Curò e rinforzò gli interessi dei suoi vassalli ricompensandoli con terre. Distribuì anche castelli ai seguaci e vassalli più importanti (tra cui Honda Tadakatsu, Ishikawa Kazumasa, Koriki Kiyonaga Sakai Tadatsugu, e Sakikabara Yasumasa), i cui castelli sarebbero stati presi e ridistribuiti nel 1566.
Nel 1564, Motoyasu sconfisse il Mikawa monto, un gruppo militaristico anti-Matsudaira, rischiando anche la propria vita quando venne colpito da un proiettile che però non riuscì a penetrare la sua armatura. Nel 1567 avanzò una petizione all'Imperatore del Giappone Ogimachi per cambiare il suo nome familiare in Tokugawa e prendere il nome di Tokugawa Ieyasu. Così facendo iniziò anche a sostenere di discendere dal clan Minamoto attraverso il clan Nitta e, quindi, di discendere dalla Famiglia Imperiale. Allo stesso tempo scelse un ramo familiare separato che asseriva di discendere dai clan Fujiwara. Gli storici moderni ipotizzano che Ieyasu stesse mentendo sulla sua discendenza imperiale, che venne semplicemente usata (come fecero gli Ashikaga prima di lui) per legittimare il suo potere e la sua superiorità sugli altri daimyo.
Sebbene la famiglia Tokugawa fosse simbolicamente indipendente non poteva ancora sopravvivere senza il clan Oda ed erano soggetti di Oda Nobunaga stesso. Quando Nobunaga marciò su Kyōto nel 1568 diventando il leader de-facto del Giappone, molte delle sue truppe appartenevano ai Tokugawa. Allo stesso tempo Ieyasu era ansioso di espandere i suoi territori. Egli e Takeda Shingen, capo del clan Takeda, di provincia di Kai, strinsero un patto per annettere Totomi, ma, successivamente, Shingen occupò Suruga e la capitale degli Imagawa, Sumpu. L'accordo Takeda-Tokugawa stava declinando e Ieyasu diede anche riparo al suo precedente nemico, Imagawa Ujizane, promettendogli di restituirgli Totomi e Suruga. Allo stesso tempo Ieyasu tentò anche di stringere un'alleanza con Uesugi Kenshin, capo del clan Uesugi ed arcinemico del clan Takeda. Una volta stretta la nuova alleanza Ieyasu si mosse dalla sua capitale Hamamatsu in Mikawa verso Totomi (dove sarebbe stato più vicino a Shingen).
I territori degli Imagawa erano ormai stati completamente assorbiti dalla sfera di influenza Tokugawa ed il clan Imagawa era diventato vassallo dei Tokugawa, mentre il clan Uesugi mantenne una forte alleanza. I Tokugawa ed i Takeda erano pronti alla guerra. Ieyasu aveva ancora il supporto di Nobunaga, ma questo pensava che alcune delle azioni di Ieyasu fossero pericolose e irritanti. Comunque nel 1570 Ieyasu condusse 5.000 suoi uomini in aiuto di Nobunaga alla Battaglia di Anegawa contro i clan Asai e Asakura a dimostrazione che l'alleanza Tokugawa-Oda era ancora salda. Nonostante ciò Ieyasu non sarebbe stato capace di aiutare Nobunaga per altri due anni, perché nel 1571 il clan Takeda attaccò.
Nel 1572 i Takeda sottrassero il Castello di Futamata a Ieyasu e più tardi Shingen sconfisse Ieyasu nella battaglia di Mikatagahara, in cui Ieyasu perse quasi la vita mentre conduceva le sue truppe. Comunque Takeda Shingen morì nel 1537 e gli successe il figlio ed erede designato Takeda Katsuyori che riuscì a conquistare il forte di Taketenjin nel 1574. Sebbene questo fosse un porto importante per i Tokugawa la scalata militare dei Takeda era quasi al termine. Nel 1575 Katsuyori attaccò il Castello di Nagaghino in Mikawa e Ieyasu chiese aiuto a Nobunaga. Quando Nobunaga si mostrò riluttante ad attaccare i Takeda, Ieyasu minacciò di fare pace con il clan Takeda ed attaccare le posizioni del clan Oda nelle province di Owari e Mino. Nobunaga cambiò idea e condusse un esercito a Mikawa. L'esercito Oda-Tokugawa, forte di 38.000 uomini, inflisse il 28 giugno 1575 una devastante sconfitta ai Takeda ma ancora per alcuni anni Takeda Katsuyori organizzò frequenti raid contro i territori dei Tokugawa e degli Oda.
Nel 1579 la moglie di Ieyasu ed il suo figlio più anziano, Tokugawa Nobuyasu, vennero accusati di aver cospirato con Takeda Katsuyori per assassinare Nobunaga. La moglie di Ieyasu venne decapitata e Ideyasu venne forzato a commettere seppuku. Ieyasu nominò allora come successore il suo terzo e favorito figlio Tokugawa Hidetada, poiché il suo secondo figlio doveva essere adottato da un altro samurai in ascesa, Toyotomi Hideyoshi.
Nel 1582 un'altra forza combinata Oda-Tokugawa attaccò e sconfisse l'esercito Takeda. Takeda Katsuyori, così come il suo figlio maggiore ed erede, Takeda Nobukatsu, commisero seppuku. Con i Takeda che non erano più una minaccia, Ieyasu poteva aiutare Nobunaga nella sua campagna di riunificazione del Giappone. Per il suo aiuto Ieyasu ricevette il controllo de jure di provincia di Suruga (inclusa Sumpu) e delle aree confinanti con i possedimenti del clan Hojo. I Tokugawa e gli Hojo si allearono, dato che Ieyasu era amico di Hojo Ujinori, fratello minore del capo del clan Hojo, Hojo Ujimasa.
Alla fine del 1582 Ieyasu si trovava a Sakai, provincia di Settsu, quando ricevette la notizia della morte di Oda Nobunaga causata da Akechi Mitushide. Ieyasu ritornò a Mikawa temendo che come alleato di Oda sarebbe stato assassinato anche lui. Ieyasu non voleva attaccare il clan Akechi, condotto da Mitsuhide, ma i Tokugawa si avvantaggiarono della situazione e conquistarono le province di Kai e Shinano dopo una vittoria decisiva alla battaglia di Yamazaki. Hojo Ujimasa, sentendosi minacciato inviò truppe a Kai. Non vi furono combattimenti e entrambe le fazioni decisero per la pace. Per salvare la faccia Ieyasu diede alcune terre in Kai e Shinano agli Hojo. Ieyasu iniziò a modificare la sua base amministrativa sul modello dell'ormai defunto Takeda, assumendo bande di uomini Takeda nell'esercito Tokugawa. Nel 1583 i principali candidati a condurre il Giappone erano Toyotomi Hideyoshi (il padre adottivo del secondo figlio di Ieyasu) e Shibata Katsuie. Ieyasu rimase neutrale in questo conflitto, ma Hideyoshi sconfisse i Katsuie nella battaglia di Shizugatake nel 1583, e dopo che Shibata Katsuie ebbe commesso seppuku, Toyotomi Hideyoshi ed il suo clan divennero i governanti de-facto del Giappone.
Nel 1584 Ieyasu decise di supportare Oda Nobukatsu, il figlio maggiore ed erede di Oda Nobunaga, con l'intenzione di provocare Hideyoshi in battaglia, dato che gli Oda erano rimasti indeboliti a causa della scomparsa di Nobunaga ed i Tokugawa erano ora molto più forti (sebbene i governanti Toyotomi fossero più potenti di entrambi). Con il consenso di Oda Nobukatsu, i Tokugawa occuparono la provincia di Owari, base del potere Oda in uno sforzo di costringere Hideyoshi a scendere sul campo di battaglia. Hideyoshi rispose inviando un esercito in Owari ed iniziando la Campagna Komaki. Ieyasu vinse l'unica battaglia degna di nota della campagna, la Battaglia di Nagakute e per la fine del 1584 vi fu una tregua tra i Toyotomi/Oda ed i Tokugawa. Infatti nel frattempo Oda Nobukatsu aveva cambiato fazione per salvarsi, stringendo una tregua separata con Hideyoshi molto prima di quella tra Ieyasu e Hideyoshi. Il clan Oda ed i loro territori (inclusa Owari) furono annessi alle terre Toyotomi, segnando la fine del potere politico degli Oda. Ieyasu si recò ad Osaka nel 1585, e promise di sospendere i combattimenti contro Hideyoshi.
Nonostante ciò la Campagna di Komaki rese Hideyoshi diffidente nei confronti di Ieyasu e ci fu una sola occasione (la Campagna di Odawara nel 1590) in cui Tototomi e Tokugawa combatterono insieme. Nel 1585 Ishikawa Kazumasa abbandonò Ieyasu per unirsi a Hideyoshi, dopodiché Ieyasu riformò tutta la struttura militare sul modello di Takeda. I Tokugawa non parteciparono all'invasione di Shikoku da parte di Hideyoshi, né alla pacificazione dell'Honshu, ma fecero da forza cuscinetto tra Toyotomi e gli Hojo negli anni 1580. Ieyasu fece del suo meglio a favore di Hojo Ujimasa, ma infine i Tokugawa presero le parti di Toyotomi nel 1589, l'anno nel quale cominciò la campagna di Odawara.
Durante l'Invasione di Hideyoshi dei territori del clan Hojo nel 1590, Ieyasu stesso condusse 30.000 uomini in battaglia. Le forze Toyotomi-Tokugawa misero sotto assedio la città di Odawara. Durante questo periodo Hideyoshi e Ieyasu si avvicinarono - tanto che Hideyoshi propose un patto: avrebbe dato a Ieyasu le otto province del Kantō in cambio delle cinque province che erano il territorio tradizionale dei Tokugawa e dei loro antenati Matsudaira, detenuti correntemente da Ieyasu. Nel 1590 gli Hojo vennero sconfitti e le loro terre annesse a quelle dei Totyotomi, ponendo fine a 450 anni di regno del clan.
Al termine di ciò Ieyasu concesse le sue cinque province di Mikawa, Totomi, Suruga, Shinano e Kai e spostò la sua nuova base di potere nella regione del Kantō, insediandosi nella città castello di Edo. Era ormai riconosciuto come uno dei maggiori signori del paese. Circondato dal mare e dalle montagne era molto lontano dall'area principale della politica giapponese e poteva vantare un'autonomia da Toyotomi che nessun altro in Giappone aveva a quel tempo.
Nel 1592 Hideyoshi invase la Corea in un tentativo di attaccare la Cina e l'India: Sebbene gli eserciti giapponesi riuscirono a prendere il controllo della capitale, furono continuamente bersaglio della guerriglia coreana in tutto il montagnoso paese. I Tokugawa non presero parte a questo attacco, Ieyasu rimase stazionato nel Kyushu così che, probabilmente, Hideyoshi potesse tenerlo d'occhio. Nonostante la sua assenza i suoi vassalli consolidarono le nuove terre dei Tokugawa a Edo. Nel 1598 i giapponesi si ritirarono dalla Corea e Ieyasu tornò a Edo.
Nel 1593 Hideyoshi ebbe un figlio ed erede, Toyotomi Hideyori. Nel 1598 convocò una riunione per determinare i sei reggenti che avrebbero governato nel nome di suo figlio dopo la sua morte. I sei ad essere scelti come reggenti (tairo) per Hideyori furono Maeda Toshiie, Mori Terumoto, Ukita Hideie, Uesugi Kagekatsu, Kobayakawa Takakage, e Tokugawa Ieyasu. Verso la Battaglia di Sekigahara (1598-1603)
Toyotomi Hideyoshi morì infine nel 1598. Gli succedette il suo figlio ed erede Hideyori, messo ufficialmente alle cure di uno dei reggenti Maeda Toshiie. Non appena Hideyoshi morì Ieyasu cominciò a stringere alleanze con varie famiglie anti-Toyotomi alienandosi gli altri reggenti. Dopo la morte di Toshiie nel 1599, Ieyasu condusse le sue truppe fino a Fushimi ed occupò il Castello di Osaka, facendo infuriare gli altri quattro reggenti (Takakage era già morto). L'opposizione contro Ieyasu venne valorosamente condotta da Ishida Mitsunari, che non era un reggente ma aveva già tentato di assassinare Ieyasu nel 1599. Alcuni dei comandanti generali di Ieyasu volevano uccidere Ishida, ma questi trovò ironicamente riparo presso Ieyasu.
L'"amicizia" tra i due si ruppe presto. C'erano due fazioni - quella "orientale" che sosteneva Tokugawa Ieyasu e quella "occidentale" sostenitrice di Ishida Mitsunari. Mitsunari era determinato ad attaccare per primo e si alleò con il reggente Uesugi Kagekatsu che possedeva un feudo non troppo lontano da Edo. Ishida voleva che Uesugi tenesse occupate le truppe di Ieyasu abbastanza a lungo da permettere alla Fazione Occidentale di occupare Edo e sconfiggere la Fazione Orientale. Nel giugno 1600 Kagekatsu e Ieyasu iniziarono a combattere. Ieyasu marciò con i suoi alleati, i clan Date e Mogami per sconfiggere Uesugi e condusse un esercito a occidente per sconfiggere il clan Ishida in ottobre. Ishida riprese Fushimi da Ieyasu e sebbene questo fosse un grande successo, richiese un tempo molto lungo.
Nella provincia di Shinano 36.000 uomini dei Tokugawa, condotti da Tokugawa Hidetada, figlio ed erede di Ieyasu, erano stazionati senza alcuna ragione apparente; Ieyasu sapeva però che il Kobakawa clan, condotto da Kobayakawa Hideaki, stava progettando di abbandonare Ishida e che il Mori non progettava di combattere.
La Battaglia di Sekigahara iniziò il 21 ottobre 1600 e vi presero parte un totale di 160.000 uomini. Le fazioni Ishida e Tokugawa si affrontarono in campo aperto, mentre i Kobayakawa ed i Mori erano stazionati sulle montagne,fattore che avrebbe deciso la battaglia. Hidetada che era stato convocato da Shinano non era ancora arrivato. Infide quando i Tokugawa parevano ormai sconfitti i Mori ed i Kobayakawa arrivarono in loro aiuto sconfiggendo e schiacciando Ishida. La Battaglia di Sekigahara fu una vittoria dei Tokugawa e della Fazione Orientale, la Fazione Occidentale era stata polverizzata, i clan Kobayakawa e Mori si allearono con i Tokugawa e nel giro di pochi giorni Ishida Mitsunari ed altri generali della fazione occidentale vennero decapitati. Tokugawa Hidetada arrivò in ritardo perdendo l'occasione di partecipare alle ostilità.
Immediatamente dopo la vittoria di Sekigahara Ieyasu ridistribuì le terre ai propri vassalli che l'avevano servito. Chi aveva giurato alleanza a lui prima della battaglia venne detto fudai daimyo, mentre chi aveva giurato alleanza dopo la battaglia venne detto tozama daimyo. Ieyasu lasciò alcuni daimyo occidentali intatti, come il clan Shimazu clan, ma altri vennero completamente aboliti. Toyotomi Hideyori si ritirò a vita privata presso il Castello di Osaka, mentre Tokugawa Ieyasu era ora de facto il governante del Giappone. Lo shogun Tokugawa Ieyasu (1603-1605)
Nel 1603 Tokugawa Ieyasu ricevette il titolo di 'shogun' dall'imperatore Go-Yozei, all'età di 60 anni. L'erede di Ieyasu era ancora suo figlio Tokugawa Hidetada. Come shogun inaugurò lo bakufu Tokugawa, il terzo governo di uno shogunato (dopo i Minamoto e gli Ashikaga), governo che avrebbe deciso le sorti del Giappone per molti anni a venire. Iniziava così il periodo Edo che sarebbe durato fino al 1867.
Sorprendentemente dopo un breve periodo abdicò da Shogun nel 1605. Gli successe il figlio ed erede, Tokugawa Hidetada, che divenne il secondo Shogun della dinastia Tokugawa. Regno claustrale dello Shogun Ieyasu (1605-1616)
Nonostante la sua abdicazione a favore di Hidetada, Ieyasu mantenne la posizione di Shogun Ritirato (Ogosho), rimanendo comunque il governante effettivo del Giappone fino alla sua morte. Ieyasu si ritirò a Sumpu, dove supervisionò la costruzione del Castello di Edo. Nel 1609 diresse le trattative diplomatiche con l'Olanda e la Spagna.
Nel 1611 Ieyasu alla testa di 50.000 uomini visitò Kyoto per testimoniare l'incoronazione dell'Imperatore Go-Mizunoo, sebbene suo figlio fosse ufficialmente lo Shogun. In Kyoto Ieyasu ordinò ai daimyo occidentali di firmare un giuramento di fedeltà a lui. Nel 1613 compose un documento conosciuto come Kuge Shohatto, che metteva i nobili di corte sotto stretto controllo e li rese figure di rappresentanza cerimoniali, prive di potere effettivo. Nel 1614 firmò l'Editto di Espulsione dei Cristiani e bandì il Cristianesimo, espulse tutti gli stranieri e vietò ai cristiani giapponesi di praticare la loro religione, molti di questi fuggirono nelle Filippine spagnole.
Nel 1615 preparò il Buke Shohatto, un documento che fissava il futuro del regime Tokugawa. Urna che contiene le ceneri di Tokugawa Ieyasu, conservata a Nikko
Al culmine del primo periodo Edo avvenne l'Assedio di Osaka del 1614-1615. Hideyori viveva ancora nel castello di Osaka e non progettava di ribellarsi contro Ieyasu, ma Ieyasu usò un pretesto per avere la scusa di attaccare. All'inizio i Tokugawa vennero respinti dai resti dei Toyotomi, condotti da un ansioso Hideyori, ma Ieyasu ordinò un controattacco. I Tokugawa, condotti dallo Shogun Hidetada, posero un lungo assedio al Castello di Osaka. Infine alla fine del 1615, il castello cadde nello loro mani e Hideyori, sua madre (Yodogimi, la vedova di Hideyoshi) il suo bambino ed erede commisero seppuku. Sua moglie Senhime (pronipote di Ieyasu), venne salvata da Ieyasu e non subì il fato del marito, figlio e suocera. I Tokugawa erano ora liberi di sviluppare il Giappone.
Durante questo periodo crebbero i sentimenti anti-cristiani del governo. Nel 1614, soprattutto per stroncare i tentativi olandesi di insinuarsi nell'economia giapponese, il cristianesimo venne messo fuori legge. La punizione per chi seguiva il cristianesimo era la morte. Migliaia di cristiani giapponesi vennero uccisi per aver mantenuto la loro fede nonostante il divieto. Rimase solo una sostanziosa comunità di cristiani a Nagasaki, oltre a gruppi più piccoli sparsi in tutto il Giappone.
Nel 1641 iniziò la politica di isolamento del Giappone dal resto del mondo, nota come sakoku. I giapponesi non potevano uscire dal Paese e gli stranieri potevano entrare solo muniti di speciali permessi. Facevano eccezione alcune basi commerciali. Essa durerà fino al 1853, quando il Giappone sarà costretto a firmare i Trattati ineguali dopo la minaccia del commodoro Matthew Perry con le "navi nere". In questo anno inizia il periodo detto bakumatsu.
Già all'inizio del 1800 però il sistema sociale e politico giapponese cominciò a cedere. Ricchi mercanti riuscirono ad acquisire una posizione sociale ben più alta di quella loro spettante per nascita, e al contrario di molti samurai, causa l'insufficienza degli stipendi, si diedero a commerci o ad altri lavori. D'altro canto molti daimyo apportarono ai loro feudi vaste e profonde riforme e miglioramenti in modo da accrescere le loro risorse mentre quelle dello shogunato diminuivano a causa dell'inettitudine della burocrazia. Tra il 1830 e il 1840 una serie di carestie si abbatté sul paese tanto da far temere una violenta rivolta popolare. Si diede quindi inizio ad una serie di riforme che furono affidate a Tokugawa Nariaki, del ramo cadetto della dinastia shogun. Nel frattempo nel nome della fedeltà all'imperatore si andò a formare una corrente di daimyo che accusava lo shogunato di non essere in grado di resistere alle pressioni occidentali per l'apertura di relazioni diplomatiche e commerciali. Il pesante regime feudale portò ad una ripartizione dell'arcipelago in 10 regioni (do):
- Gokinai (cinque province interne)
- To-kai-do (paese del mare orientale)
- To-san-do (paese dei monti orientali)
- Foku-roku-do (paese del territorio settentrionale)
- San-in-do (paese del versante montuoso settentrionale)
- San-yo-do (paese del versante montuoso meridionale)
- Nan-kai-do (paese del mare meridionale) con la potente signoria di Satzuma
- Sai-kai-do (paese del mare occidentale)
- isola Iki
- isola Tsushima
- governo militare di Yezo (isola di Hokkaido)

Ecco qui una parte di storia più moderna...
Periodo Meiji (1868–1912):
Il Rinnovamento Meiji segnò il ritorno al potere dell'imperatore e la modernizzazione del Giappone. Durante il Periodo Meiji e fino alla fine della seconda guerra mondiale, la legge che vietava il cristianesimo rimase in vigore, anche se tecnicamente la Costituzione Meiji consentiva la libertà di culto. Di fatto il cristianesimo era ancora una religione illegale in Giappone e restava punibile con la morte. Con le nuove riforme Nagasaki si aprì ai commerci, ma rimase in vigore sia la proibizione del cristianesimo che la persecuzione da parte del governo.

Periodo Taishō (1912 - 1926):
All’imperatore Mutsuhito succedette nel 1912 Taisho, il cui precario stato di salute favorì il consolidarsi del ruolo politico dei militari. Nell’agosto del 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, il Giappone inviò un ultimatum alla Germania, con cui si richiedeva l’evacuazione del territorio di Jiaozhou (Kiaochow), nella Cina nordorientale. Al rifiuto da parte dei tedeschi, il Giappone entrò in guerra a fianco degli Alleati, occupando le isole tedesche nel Pacifico. Nel 1915 il Giappone presentò alla Cina le “ventuno richieste”, in merito alla concessione di privilegi industriali, ferroviari e minerari, che rappresentarono la prima affermazione della politica giapponese di dominio in Cina e in Estremo Oriente. Nel 1916 la Cina cedette al Giappone i diritti commerciali nella Mongolia interna e nella Manciuria meridionale.
Il trattato di pace che concluse la prima guerra mondiale assegnò al Giappone le isole che aveva occupato nel Pacifico, a titolo di mandato della Società delle Nazioni, della quale il paese divenne membro statutario. Il Giappone ottenne anche la concessione di Jiaozhou, che tuttavia dovette restituire alla Cina nel 1922 in base al trattato di Shandong, stipulato durante la conferenza di Washington dello stesso anno.

Periodo Showa (1926-1989):
Primo conflitto mondiale...
Intanto in patria, definita (comunemente ma impropriamente) "incidente", il 15 maggio 1932 si scatenò una rivolta di alcuni militari e contadini, che portò all'occupazione di alcune sedi del potere, tra cui la banca principale del paese e la casa del primo ministro. Sui fatti si allestì un processo contro undici ufficiali, ma durante il dibattimento la loro figura venne assumendo toni eroici ed un'ondata di rinascente nazionalismo colpì il Giappone; a supporto degli imputati si mobilitò gran parte dell'opinione pubblica.

Secondo conflitto mondiale...
Forse poco importante dal punto di vista storico, ma interessante per capire l'ostinazione di alcuni giapponesi nel non volersi arrendere agli Alleati, fu un tentativo di colpo di stato sventato fortunosamente organizzato da alcuni ufficiali dell'esercito che tentarono di rapire l'imperatore, al fine di impedirgli di annunciare la resa alla radio.

Giappone dopo la seconda guerra mondiale:
Dopo il 1945, come parte delle condizioni di resa, il Giappone fu obbligato a dichiarare la libertà di culto e la fine della persecuzione. Dopo che il Giappone riottenne la propria sovranità la libertà di culto rimase come parte integrante della nuova costituzione. Tra il maggio del 1946 e il novembre 1948 si svolse il processo di Tokyo, nel quale il tribunale militare per l'Estremo Oriente giudicò e condannò a morte i principali responsabili dei crimini di guerra.
Gli obiettivi dichiarati dell'occupazione statunitense del Giappone erano la democratizzazione dell'ordinamento dello stato giapponese e il ristabilimento di un'economia industriale di pace. Un programma di riforma agraria, inteso a promuovere la proprietà contadina della terra, fu avviato nel 1947. Alle donne fu concesso il diritto di voto nelle prime elezioni generali del dopoguerra, nell'aprile 1946, che portarono 38 donne alla Dieta giapponese. Una nuova Costituzione, voluta dagli Stati Uniti, entrò in vigore nel maggio del 1947.
Durante il 1950, i negoziati concernenti il trattato di pace giapponese furono segnati da importanti divergenze tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. In maggio a John Foster Dulles, consigliere del segretario di stato statunitense, venne conferito l'incarico di redigere il trattato, che fu pronto il 12 luglio del 1951. Ai primi di settembre si aprì a San Francisco la conferenza di pace, a cui gli Stati Uniti invitarono 55 paesi, escluse la Cina nazionalista (Taiwan) e la Repubblica popolare cinese. Il trattato fu sottoscritto da 49 paesi, tra cui il Giappone, mentre non venne approvato dall’URSS, dalla Cecoslovacchia e dalla Polonia. In base al trattato di pace, il Giappone rinunciava a ogni pretesa sulla Corea, Taiwan, le isole Curili, Sahalin e le isole in amministrazione mandataria. Nel contempo, Stati Uniti e Giappone firmarono un accordo bilaterale, in base al quale gli Stati Uniti mantenevano basi militari e forze armate in Giappone e nei territori circostanti a titolo di difesa del paese.
Il 28 aprile 1952 il trattato di pace entrò in vigore e il Giappone riacquistò piena sovranità. Nel corso dell'anno il governo giapponese concluse trattati di pace o riaprì le relazioni diplomatiche con Taiwan, la Birmania, l’India e la Iugoslavia. Nel corso del 1953 gli Stati Uniti spinsero quindi attivamente il Giappone al riarmo, come misura di tutela contro un eventuale attacco sovietico. In agosto i due paesi firmarono un trattato di aiuto inerente alla produzione giapponese di armamenti e nel marzo del 1954 fu sottoscritto un patto di reciproca difesa. La risoluzione delle controversie internazionali fu definita nel 1956 con l'ingresso del Giappone nell'ONU.
Gli anni Sessanta, che furono suggellati da due manifestazioni di grande richiamo internazionale (le Olimpiadi di Tokyo, nel 1964, e l'Esposizione universale di Osaka, nel 1970), videro il Giappone salire ai vertici della produzione mondiale. Sul piano politico fu cruciale la riapertura di relazioni diplomatiche con la Cina (1972). In politica interna, in seguito a un grave scandalo (in cui sembra fossero coinvolti diversi uomini politici e industriali e una società aerospaziale statunitense, la Lockheed), per la prima volta il Partito liberal-democratico (Jiyu Minshu-to o Jiminto) perse, in occasione delle elezioni del dicembre 1976, la maggioranza alla Camera bassa: da allora vari rappresentanti del partito si avvicendarono alla carica di primo ministro fino al novembre del 1982, quando venne nominato Nakasone Yasuhiro.
Dopo un calo di consensi nel 1983, i liberaldemocratici riportarono una schiacciante vittoria elettorale nel 1986, e Noboru Takeshita sostituì Nakasone nel novembre del 1987. Intorno alla metà degli anni Ottanta la crescita dell'economia giapponese cominciò a rallentare, anche a causa della debolezza del dollaro rispetto allo yen, che provocò un calo delle esportazioni.

Periodo Heisei (1989 - oggi):
Nel 1989 morì Hirohito, a cui succedette Akihito. Il 1989 segnò una delle più rapide crescite economiche nella storia giapponese. Con uno yen forte ed un tasso di cambio con il dollaro favorevole, la Banca del Giappone mantenne bassi i tassi di interesse, dando vita ad un boom degli investimenti che fece salire il valore delle proprietà immobiliari a Tokyo di oltre il 60% in un anno. Poco dopo Capodanno il Nikkei 225 raggiunse il suo valore massimo di 39.000. Nel 1991 era ricaduto a 15.000 segnando la fine della "bolla economica" giapponese.
Lo scandalo Recruit del 1988 aveva già eroso la fiducia pubblica nel Partito Liberale Democratico che aveva controllato il governo del paese per 38 anni. Nel 1993 venne sconfitto da una coalizione guidata da Morihiro Hosokawa. Comunque la coalizione collassò perché i partiti che la componevano si erano riuniti semplicemente per sconfiggere il Partito Liberale Democratico e mancavano di una posizione unitaria su praticamente ogni argomento sociale. Il Partito Liberale Democratico tornò al governo nel 1996, quando aiutò ad eleggere il socialdemocratico Tomiichi Murayama come Primo Ministro.
Nel 1995 un forte terremoto colpì Kobe. Il 25 marzo di quello stesso anno terroristi del gruppo Aum Shinrikyo liberarono gas sarin nella metropolitana di Tokyo, uccidendo dodici persone, tra cui due addetti della JR ed un passeggero, e intossicando gravemente oltre trecento persone.[1]
Il periodo Heisei ha segnato anche il riemergere del Giappone come potenza militare mondiale. Nel 1991 il Giappone versò miliardi di dollari per sostenere la Guerra del Golfo, ma motivi costituzionali impedirono una partecipazione o un supporto diretto. Sminatori vennero inviati come parte dello sforzo di ricostruzione. In seguito all'invasione dell'Iraq nel 2003 il gabinetto del Primo Ministro Junichiro Koizumi approvò un piano per l'invio di circa 1.000 soldati della Forza di autodifesa giapponese per aiutare la ricostruzione dell'Iraq, il più grosso invio di truppe oltremare successivamente alla Seconda guerra mondiale senza la sanzione delle Nazioni Unite.
Nel 1997 il Giappone fu duramente colpito dalla crisi finanziaria asiatica.
L'11 marzo 2011 il terremoto più forte mai registrato, con epicentro a 130 km al largo Sendai, ha sconvolto il nord del paese e provocato uno tsunami che ha devastato le coste nord-occidentali.


In continuo aggiornamento...
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Molto interessante la storia del Giappone,vedo che ti piace aprire "Topic" su questo,continua così!!!
Ciao.
Sailor Earth.
 
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1 replies since 21/12/2011, 22:14   40 views
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